Creare un tema per wordpress
Grazie a youtube che mi ha fatto trovare questa quida su come personalizzare il tema di wordpress.
Grazie a youtube che mi ha fatto trovare questa quida su come personalizzare il tema di wordpress.
Altro piccolo tip che permette il controllo remoto della vostra macchina. Ecco un modo semplicissimo per installare un server FTP sul vostro sistema UNIX based.
Capita spesso di avere la necessità di trasportare file di grosse dimensioni. Non sempre abbiamo a disposizione un pen driver, non sempre è cosa buona masterizzare i documenti che ci servono (il supporto potrebbe graffiarsi durante il trasporto).
Impostare con permessi pubblici il server Apache può andar bene per scaricare i file da remoto usando il protocollo http. Ma nel momento in cui dobbiamo effettuare l’invio di un file, http non è per niente la scelta vincente.
Ecco che ci viene in soccorso il protocollo ftp (File Transfert Protocol) che a differenza del protocollo http (Hyper Text Transfert Protocol) nasce per supportare al meglio l’invio e la ricezione di file.
Siamo spesso abituati ad accedere ad un server FTP per pubblicare i nostri siti internet, ed in generale andiamo di FTP su server pubblici remoti che ospitano i nostri blog o qualsiasi altro tipo di sito.
Installare un server FTP sulla macchina che usiamo prioritariamente come desktop ci permette di avere i nostri documenti sempre disponibili e di facile accesso. Possiamo anche inviarci il lavoro a casa e farli arrivare ancora prima di noi
In pratica, non ci resta che installare un demone FTP e configurarlo a dovere. Se, come succede a me, la vostra distro preferita ha un nome vagamente africaneggiante, potete installare vsftpd (Very Secure File Transfert Protocol Demon) prelevandolo direttamente dai repository ufficiali.
Pochi secondi e il demone è pronto! Non ci resta che configurarlo a dovere.
NB: le opzioni di configurazione sono innumerevoli. Di seguito si assumerà vsftpd installato su una macchina solitamente utilizzata come desktop. L’uso del demone sarà in funzione dell’accesso dell’utente alla propria directory home.
Il file di configurazione è in /etc/vsftpd.conf. Apriamolo!
Dato che vogliamo accedere solo noi al server, inibiremo l’accesso anonimo.
Vogliamo accedere al server con le nostre credenziali di accesso al sistema.
Vogliamo poter scrivere le directory remote. Che vuol dire che vogliamo poter creare e cancellare directory, come inviare file.
In questo modo però, tutti gli utenti di sistema avranno accesso al server ftp ed alla loro home. Se il nostro sistema è un multiutente vero, e vogliamo evitare che terzi utenti possano sfruttare il server, dobbiamo popolare il file /etc/ftpusers con tutti gli utenti che NON avranno accesso al server. In ambienti desktop con pochi utilizzatori non dovrebbe essere cosa gravosa
Quando abbiamo tutto bello e configurato, riavviamo il demone.
Fate attenzione al fatto che il demone, in quanto tale, sta sempre in listening sulla porta 21 (la predefinita per le connessioni ftp). Inoltre il servizio si avvia all’avvio della sessione.
Se non volete che questo avvenga, in System >> Preferences >> Services, deflaggate il server dalla lista di applicazioni dello sturtup.
In questo caso, nel momento in cui vi servirà l’accesso ftp alla vostra macchina, dovrete avviare il demone manualmente.
CONSIGLIO
Dato che un server ftp sempre attivo è sempre e comunque fonte di maggiore vulnerabilità del sistema (non per bug, ma per la natura stessa del servizio), nel caso in cui si usi per propri scopi personali il server FTP, la cosa migliore sarebbe mantenerlo disattivato in default.
Se siamo fuori casa e ci serve, basterà accedere prima via SSH alla macchina, ed avviare il demone dalla shell remota.
Di bruce0wayne
Qualcuno capiterà in questa pagina a causa dell’errore in oggetto:
@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@…
@ WARNING: REMOTE HOST IDENTIFICATION HAS CHANGED! @
@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@…
IT IS POSSIBLE THAT SOMEONE IS DOING SOMETHING NASTY!
Someone could be eavesdropping on you right now (man-in-the-middle attack)!
It is also possible that the RSA host key has just been changed.
The fingerprint for the RSA key sent by the remote host is
<<serieDiNumeriChePareNonAbbianoAlcunSenso>>
Please contact your system administrator.
Add correct host key in /home/dom/.ssh/known_hosts to get rid of this message.
Offending key in /home/dom/.ssh/known_hosts:1
RSA host key for 192.168.1.3 has changed and you have requested strict checking.
Host key verification failed.
Uhmmm…
Che succede?
Niente di grave in realtà.. a meno che il vostro sistema non sia il garante di preziosi dati informatici ..e siate sicuri di non aver fatto aggiornamenti al sistema SSH o al sistema operativo.
Infatti questo “errore”, che in realtà è una segnalazione, sta a dire che la connessione SSH che state tentando non è riuscita a causa del fallimento dell’autenticazione da parte del computer server (il destinatario, la meta).
Le possibili cause sono due (come descritto nell’errore):
Come fare?
Semplicemente come indicato dal messaggio di errore, bisogna fare in modo che la chiave SSH salvata in locale (sul computer che usate per collegarvi) sia aggiornata o cancellata, in modo che possa coincidere o essere ricreata nel modo giusto.
La chiave è salvata nella cartella
/home/NomeUtente/.ssh/known_hosts dove NomeUtente è il nome dell’utente che state usando.
Per aprire il file potete anche usare il comando
sudo nano /home/NomeUtente/.ssh/known_hosts
La riga da eliminare è indicata nella parte evidenziata in rosso nell’errore citato all’inizio dell’articolo: “Offending key in /home/dom/.ssh/known_hosts:1” in questo caso la riga è la 1 (uno).
(per salvare i cambiamenti premete CTRL+o e per uscire CTRL+x)
Se non avete altri computer a cui vi connettete via SSH è anche possibile rinominare il file “known_hosts” o addirittura eliminarlo: verrà ricreato alla prossima connessione con i dati giusti.
Funz?
Dopo aver eseguito le operazioni indicate alla prossima connessione SSH che tentate verso il computer incriminato verrà visualizzato un messaggio simile a questo:
RSA key fingerprint is <<numeri vari>>…
Are you sure you want to continue connecting (yes/no)?
Rispondete “yes” (scrivendolo per intero) e la nuova chiave corretta verrà salvata nel file “known_hosts” per gli usi successivi.
Fine!
Articolo tratto dal sito http://bruce0wayne.wordpress.com
Sbrand Nokia N97 Mini
Guida per sbrandizzare NOKIA N97 Mini – Tim – Vodafone IT – WIND – TRE. Nokia N97 Mini NOBRAND
Vuoi Eliminare il logo ed i servizi del Provider presso il quale hai acquistato il tuo NOKIA N97 Mini?
ATTENZIONE : Guida valida solo per NOKIA N97 Mini
Al termine di questa guida il vostro NOKIA N97 Mini sarà sbrandizzato quindi un prodotto NOKIA Originale senza Brand del Provider.
Attenzione questa procedura porta alla decadenza della garanzia del produttore.
Non rispondo di eventuali danni causati dall’utilizzo improprio di questa guida.
Questa è una guida a solo scopo illustrativo, questa è una guida per Utenti ESPERTI.
Passo 1 : Procuratevi il Software Necessario
N.B. Nessuno dei seguenti software è ospitato sui miei server
- Just Another Flasher J.A.F. Versione 1.98.62 :
- Emulatore di chiave JAF PKEY Emulator Versione 5.0 :
- Nokia Software Updater :
Se i precedenti Link fossero corrotti vi prego di contattarmi lasciando un commento in fondo a questo articolo e provvederò il prima possibile a fornirvi i Link corretti.
Passo 2 : Installazione del Software Flasher
- Installate J.A.F.
Durante l’installazione assicuratevi di accettare l’installazione di “Nokia Cable Driver”
Su Windows Vista oppure Windows 7 Può uscire un messaggio di errore durante l’installazione, non fateci caso premeto OK e continuate ( si tratta di un semplice errore di compatibilità con le Runtime di WIndows )
- Decomprimete il file OGM_JAF_PKEY_Emulator_v5.zip in una cartella a vostro piacimento ( es. Desktop )
Passo 3 : Cambio Product Code
Questo è il passo fondamentale per l’aggiornamento del vostro Firmware!
Chiudete Nokia PC Suite o Nokia OVI Suite
Assicuratevi di avere collegato correttamente il vostro Nokia N97 Mini via USB
Assicuratevi che la batteria sia completamente carica prima di continuare.
Entrate nella cartella che avete estratto di OGM_JAF_PKEY_Emulator_v5
Eseguite il file OGM_JAF_PKEY_Emulator_v5.exe
Non modificate nessun parametro all’interno del programma.
Cliccate la linguetta in alto “STEP 2 (select EXE and GO)”
Cliccate ora il tasto “GO (launch selected EXE)”
Non chiuedete il programma Ogm_jaf_pkey_emulator.
A questo punto si aprirà J.A.F.
Apparirà certamente l’errore “Box Driver not installed”
Non fateci caso si tratta di un dirver non necessario al nostro scopo, premete OK e conttinuate.
Premete in alto la linguetta “BB5″
Mettete la spunta sulla casella “Prod. Manager”
Cliccate sulla destra il tasto “Service”
Premete il tasto “Read Values”
IMPORTANTE : Segnatevi su un foglietto l’attuale “Product Code”
Questo vi servirà nel caso un cui vogliate ritornare al vostro provider per evitare problemi con la Garanzia!
Modificate il “Product Code” con uno dei seguenti :
0585118 : RM-555_EMEA_ITALY QW Garnet
0591948 : RM-555_EMEA_ITALY QW White
Per il mio Nokia N97 Mini Black Vodafone ho utilizzato come “Product Code” 0585089 (il primo)
Dopo esservi segnati l’attuale “Product Code” sostituitelo con quello adatto al vostro Nokia N97 Mini
Non modificate nessun altro valore al di fuori di “Product Code”
Ora premete il tasto “Write Values”
A questo punto il codice prodotto del nostro Nokia N97 Mini sarà associato ad un Nokia Non Brandizzato.
Chiudete J.A.F.
Chiudete Ogm Jaf Pkey
Passo 4 : Aggiornamento Firmware
Prima continuare vi consiglio di eseguire un Backup completo dei vostri dati utilizzando l’apposita funzione di Nokia PC Suite oppure Nokia OVI Suite
L’ultimo aggiornamento per Nokia N97 Mini disponibili oggi che esegugo il Flash è : 11.0.045
Durante l’aggiornamento del mio Nokia N97 Mini non ho perso nessun vecchio dato!
Installate ora Noika Softare Updater
Al termine dell’installazione riavviate il computer!
Aprite ora Nokia Software Updater e procedete con l’aggiornamento
Al termine di questo Aggiornamento il vostro Nokia N97 Mini sarà Sbandizzato!!
Ora digitate sul vostro Nokia N97 Mini :
Come potete vedere la versione del Firmware è Aggiornata!!
Eccovi uno ScreenShot del mio Aggiornamento :
Passo 5 : Conclusioni
Se avete bisogno di portare il vostro cellulare in assistenza basta rieseguire i passi 3 e 4 inserendo come “Product Code” quello precedentemente salvato sul foglietto (se non lo avete fatto ca**i vostri )
Nel caso in cui qualcosa dovesse essere andato storto utlizzate la procedura “Hard Reset” detta anche procedura “POLIPO”
Procedura POLIPO :
“Maiusc” (in basso a sinistra)
“BackShift” (in alto a destra)
“Spazio” (in basso a destra)
Sempre contemporaneamente il tasto di accensione del vostro Nokia N97 Mini.
Teneteli premuti fino a che non appariranno le classiche mani della nokia che si stringono.
A questo punto il vostro Nokia N97 Mini sarà resettato NOBRAND con le impostazioni di Fabbrica.
Sono disponibile per eventuali suggerimenti.
Lasciate commenti in fondo a questa pagina in caso di Errori, Problemi e Buone Riuscite dello Sbrand.
La riproduzione di questa guida è consentita solo citandone la fonte :
Articolo tratto dal sito http://www.pawelzorzan.eu
Occorre fermare evolution e gconftool. Da terninare dari i comandi:
gconftool-2 –shutdown
evolution –force-shutdown
Andare nella carella home dell’utente (es pippo)
cd /home/pippo
dare il comando
tar -cvzf evolution-backup.tar.gz .evolution .gconf/apps/evolution .gnome2_private/Evolution
Il backup è stato creato nell’archivio evolution-backup.tar.gz
Occorre fermare evolution e gconftool. Da terninare dari i comandi:
gconftool-2 –shutdown
evolution –force-shutdown
Andare ancora nella cartella dell’utente e dare i comandi
tar xzf evolution-backup.tar.gz
gconftool-2 –unload evolution_setting.xml
gconftool-2 –load evolution_setting.xml
Articolo tratto dal sito http://abaconline.com
Chi testa in locale (nel proprio pc) i siti realizzati in php aprezzerà sicuramente la velocità di un server LAMP (Linux, Apache, Mysql, Php). Nella creazione e sviluppo di siti web è preferibile operare in locale e trasferire il tutto in rete nel momento in cui il sito è completato. Ciò permette di avere una maggior velocità di quella che si avrebbe operando sul server remoto. Nel server remoto dovremmo trasferire i file ad ogni ogni modifica e questo renderebbe lento il nostro lavoro.
Chi usa Winwods e vuole provare la potenza di un server LAMP installato su Linux Ubuntu, ma non vuole fare modiche alle partizioni, può utilizzare Wubi. Wubi è un programmino che installerà Ubuntu all’interno di Windows come fosse un’applicazione, permettendo di rimuoverlo come qualsiasi altro programma in Windows.
Per installare un server LAMP in Ubuntu come prima cosa apriamo il terminale:
Poi copiamo ed incolliamo nel terminale il comando:
sudo apt-get install apache2 apache2-mpm-prefork php5-mysql mysql-server php5 libapache2-mod-php5 php5-cgi php5-gd php5-cli phpmyadmin
Premiamo invio ed inseriamo la nostra password di root (quella che usiamo per accedere ad Ubuntu). Premiamo di nuovo invio e comincerà il download e l’installazione dei pacchetti necessari.
Durante l’installazione ci verrà chiesto di fornire la password di root per MySQL che inseriremmo due volte. Con questi dati di login potremmo poi accedere a phpMyAdmin per gestire i nostri database.
Nella finestra dove viene chiesto il tipo di server web da configurare automaticamente per eseguire PhpMyAdmin lasciamo apache2.
Nella finestra successiva lasciamo l’impostazione <Sì> ed in quella che segue inseriamo una password come amministratore del database che ci servirà ad accedere a PhpMyAdmin.
Completata l’installazione, se tutto è andato nel verso giusto, aprendo il nostro browser e digitando l’indirizzo: http://localhost dovrebbe apparire:
Andando all’indirizzo http://localhost/phpmyadmin dovrebbe apparire la finestra di accesso a PhpMyAdmin per la gestione del database. Se questo non avviene è sufficiente fare una semplice modifica al file apache2.conf.
Apriamo il terminale e digitiamo: sudo gedit /etc/apache2/apache2.conf
Inseriamo la nostra password di root e si aprirà il file apache2.conf, in fondo aggiungiamo (o modifichiamo come segue se già la voce è già presente) :
# Enable PHPMyAdmin
Include /etc/phpmyadmin/apache.conf
Quando fatto, riavviamo apache dal terminale con il comando: sudo /etc/init.d/apache2 restart
Ora andando all’indirizzo http://localhost/phpmyadmin potremo accedere alla gestione database digitando root come nome utente e, come password, la password che abbiamo scelto precedentemente.
Il mod rewrite serve per il vostro server apache a far si che le pagine dinamiche (in questo caso in php) cambino totalmente estensione e sembrino pagine html statiche. Questa trasformazione ha lo scopo di far si che la vostra pagina venga assimilata meglio dai motori di ricerca. In locale questa modifica normalmente non serve, però può capitare che moduli aggiuntivi del vostro CMS preferito lo richiedano, quindi è meglio attivarlo.
Prima di tutto lanciamo nel terminale questo comando: sudo a2enmod rewrite
Inseriamo la password di root e, se tutto è andato bene, apparirà un messaggio come segue:
Ora riavviamo apache dal terminale con il comando: sudo /etc/init.d/apache2 restart
Continuiamo le modifiche necessarie e digitiamo sulla finestra del terminale il comando: cd /etc/apache2/sites-enabled
Poi il comando: sudo gedit 000-default
Nel file che si aprirà, sostituiamo:
Options FollowSymLinks
AllowOverride None
Con:
Options All
AllowOverride All
Poi sostituiamo:
Options Indexes FollowSymLinks MultiViews
AllowOverride None
Order allow,deny
allow from all
Con:
Options All
AllowOverride All
Order allow,deny
allow from all
Salviamo il file e riavviamo apache con: sudo /etc/init.d/apache2 restart
Ora il rewrite è attivo e funzionante.
Ora il nostro server è completo e funzionante, ma di default la cartella contenente il nostro sito (/var/www) è accessibile in scritta solamente avendo i permessi di root. Questa cosa, mentre è fondamentale per un server in rete, è piuttosto scomoda per lavorare in locale per dei semplici test.
Inoltre potremmo aver bisogno, per diversi motivi, di poter lavorare su di una serie di siti separati. Ognuno raggiungibile digitando su browser non localhost/nomesito ma ad esempio test.nomestito1.it o test.nomestito2.it, quindi esattamente come se il sito si trovasse in un server remoto.
Per fare ciò, come prima cosa apriamo la nostra Cartella Home e creiamo una cartella dove ospitare i mostri siti es. www ed inseriamo una cartella per ogni sito che ci interessa:
Ora da terminale digitiamo: sudo gedit /etc/hosts
Si aprirà il file hosts in modifica dove inseriremo i nomi dei siti virtuali che vogliamo creare come nell’immagine seguente:
In pratica abbiamo aggiunto un IP 127.0.0.1 più il nome del’host virtuale che volgiamo attivare, per ognuno dei siti che vogliamo gestire.
A questo punto dobbiamo editare un file di configurazione di Apache, per cui digitiamo in un terminale: sudo gedit /etc/apache2/httpd.conf
Nel file che si aprirà, cambiando nomeutente con il vostro ed i nomi delle cartelle con le vostre (test.sito1.it ecc.), scriviamo:
###cartella www
<VirtualHost *:80>
DocumentRoot /home/nomeutente/www
ServerName localhost
</VirtualHost>
<Directory /home/nomeutente/www>
Options Indexes FollowSymLinks Includes ExecCGI
AllowOverride All
Order allow,deny
Allow from all
</Directory>
###test.sito1.it
<VirtualHost *:80>
DocumentRoot /home/nomeutente/www/test.sito1.it
ServerName test.sito1.it
</VirtualHost>
<Directory /home/nomeutente/www/test.sito1.it>
Options Indexes FollowSymLinks Includes ExecCGI
AllowOverride All
Order allow,deny
Allow from all
</Directory>
###sito test.sito2.it
<VirtualHost *:80>
DocumentRoot /home/nomeutente/www/test.sito2.it
ServerName test.sito2.it
</VirtualHost>
<Directory /home/nomeutente/www/test.sito2.it>
Options Indexes FollowSymLinks Includes ExecCGI
AllowOverride All
Order allow,deny
Allow from all
</Directory>
###sito test.sito3.it
<VirtualHost *:80>
DocumentRoot /home/nomeutente/www/test.sito3.it
ServerName test.sito3.it
</VirtualHost>
<Directory /home/nomeutente/www/test.sito3.it>
Options Indexes FollowSymLinks Includes ExecCGI
AllowOverride All
Order allow,deny
Allow from all
</Directory>
Riavviamo Apache da terminale con il comando: sudo /etc/init.d/apache2 restart
Cremiamo un file html con scritto Funziona che inseriremo nelle cartelle che volgiamo testare, poi apriamo il browser e digitiamo l’indirizzo di uno dei siti locali che abbiamo appena attivato, ad esempio test.sito1.it e:
Bene, ora abbiamo tutto quello che ci serve per testare i nostri siti in locale. Potrebbe però essere necessario modificare il file php.ini per cambiare alcuni parametri.
Il comando da terminale per modificare il file php.ini è: sudo gedit /etc/php5/apache2/php.ini
Di seguito alcune impostazioni consigliate:
Upload_max_filesize: la dimensione massima file che si possono importare (es database):
upload_max_filesize = 24M
Questo parametro è dipendente da un’altro parametro: post_max_size, il quale imposta la massima dimensione di dati che può essere spedita tramita il metodo “post”, dovete configurarla con la stessa dimesione dell’upload_max_filesize, quindi cambiate questa configurazione in:
post_max_size = 24M
Max_execution_time: se dovete fare upload che impiegano molto tempo o elaborare query importanti impostate queste impostazioni a:
max_execution_time = 300
Memory_limit: se avete errori riguardo la massima memoria da abilitare cambiate questo parametro:
memory_limit = 32M
Utilizzando CMS con impostazioni che hanno forti richieste di memoria è meglio aumentarla ulteriormente. Ad esempio Drupal con Ubercart per lavorare bene richiede almeno 64M di memory limit. Impostando memory_limit = -1 la memoria viene settata ad infinito ovvero tutta la ram disponibile.
Quando fatto ricordiamoci di riavviare apache con il comando: sudo /etc/init.d/apache2 restart
Articolo tratto dal sito http://www.webgrafic.net
Per scaricare un sito, per consultarlo off line, o per farlo vedere a degli amici, che non hanno la connessione ad internet, potete usare un semplice comando da terminale.
Aprite il terminale dal pannello:
Applicazioni->Accessori->Terminale
create una cartella con il comando:
mkdir nomedellavostracartella
Sulla tastiera premete: Invio(Enter);
entrate nella cartella appena fatta:
cd nomedellavostracartellacreata
Invio(Enter);
comando per scaricare il sito:
wget –mirror indirizzodelsitodascaricare
Invio(Enter)
Finito il download, dal pannello:
Risorse->Cartella Home
aprite la cartella creata nel passaggio precedente, dentro troverete un’altra con il nome del sito, apritela, e aprite il file Index con il vostro browser.
Attenzione, visto che si naviga off line, può capitare che dovete risolvere da soli i link presenti sia nella home, che nelle altre pagine ( mi è capitato di doverlo fare con un sito in asp, invece, con un altro in php, il problema non si è presentato)
Per farlo, cliccate il link che volete aprire, vi uscira un messaggio di errore, spostatevi nella barra degli indirizzi, e sostituite http:// (solo questa parte dell’indirizzo, il resto lasciatelo) con file:///home/vostronomeutente/nomecartallacreatadavoi/cartellasitocreatasidasolaconwget/
Se ciò si verifica può risultare un po’ scomodo, specie se dovete aprire molti link, quindi vi suggerisco di usare il programma Httrack
Però, con Httrack, può capitarvi che il download di alcuni siti web venga effettuato, perciò dovrete ricorrere al comando wget….
Per installare Httrack:
Sistema-> Amministrazione->Gestore pacchetti Synaptic
Cercate il pacchetto httrack
Nei prossimi giorni, farò una guida base su questo programma.
Articolo tratto dal sito http://www.postarelibero.com
Versione per ubuntu di Hjsplit
sudo apt-get install lxsplit
E’ possibile dividere un file da riga di comando:
lxsplit -s hugefile.bin 15M ( divide il file "hougefile.bin" in parti da 15MB ) E' possibile unire un file precedentemete diviso da riga di comando: lxsplit -j smallfiles.bin.001 ( tutti i file da unire devono essere posizionati nella solita cartella )
Installare i font comunemente untilizzati su windows è una cosa semplicissima…
1. Aprire il terminale
2. Digitare il comando sudo apt-get install msttcorefonts
3. Inserire password
4. Confermare
Il gioco è fatto
eBox è un framework web utilizzato per la gestione della configurazione delle applicazioni web. L’implementazione modulare consente di scegliere quali servizi configurare attraverso l’uso di eBox.
I diversi moduli di eBox sono divisi in vari pacchetti, consentendo di installare solo quelli necessari. Per visualizzare i pacchetti disponibili, in un terminale, digitare:
<span class="command"><strong>apt-cache rdepends ebox | uniq</strong></span>
Per installare il pacchetto ebox, che contiene i moduli predefiniti, digitare:
<span class="command"><strong>sudo apt-get install ebox</strong></span><br />
Per installare i moduli disponibili usare il meta-pacchetto ebox-all.
Durante la fase di installazione viene chiesto di fornire una password per l’utente ebox. Finita l’installazione, è possibile accedere all’interfaccia web di eBox da: https://ilmioserver/ebox.
È utile ricordare che, durante l’uso di eBox nella configurazione dei moduli, è presente un pulsante Change che implementa la nuova configurazione. Una volta premuto questo pulsante, la maggior parte dei moduli, ma non tutti, deve essere salvata facendo clic sul collegamento «Save changes» nell’angolo in alto a destra.
![]() |
|
Quando viene fatta una modifica che richiede un salvataggio, il collegamento passa da verde a rosso. |
I moduli di eBox, in modo predefinito, non sono abilitati, nemmeno quando ne viene installato uno nuovo.
Per abilitare un modulo disabilitato, fare clic sul collegamento Module status nel menù a sinistra. Quindi selezionare quali moduli abilitare e fare clic su «Save».
Questa sezione fornisce una panoramica sui moduli predefiniti di eBox.
System: contiene le opzioni per la configurazione di diverse voci di eBox.
General: consente di impostare la lingua, il numero della porta e contiene un modulo per il cambio della password.
Disk Usage: visualizza un grafico con le informazioni sull’utilizzo del disco.
Backup: è usato per eseguire backup delle informazioni di configurazione di eBox. L’opzione Full Backup consente di salvare tutte le informazioni di eBox, come i file di registro, non incluse nell’opzione Configuration.
Halt/Reboot: consente di arrestare o riavviare il sistema.
Bug Report: crea un file contenente i dettagli utili alla segnalazione di bug agli sviluppatori di eBox.
Logs: consente di eseguire interrogazioni sui registri di eBox in base alla configurazione del tempo di “purge”.
Events: questo modulo consente di inviare avvisi attraverso RSS, Jabber e i file di registro.
Eventi disponibili:
Free Storage Space: avvisa se lo spazio libero scende al di sotto di una determinata percentuale, il valore predefinito è il 10%.
Log Observer: questo evento non funziona con la versione di eBox fornita con Ubuntu 7.10.
RAID: monitora il sistema RAID e invia avvisi se si verificano problemi.
Service: invia avvisi se un servizio si riavvia troppe volte in poco tempo.
State: avvisa riguardo lo stato di eBox, attivo o disattivo.
Invio di dispacci:
Log: invia i messaggi degli eventi al file di registro di eBox /var/log/ebox/ebox.log
.
Jabber: prima di abilitare questa forma di invio dei dispacci è necessario configurarla facendo clic su «Configure».
RSS: una volta configurato è possibile abbonarsi a quell’indirizzo per visualizzare gli avvisi.
Segue una breve descrizione di altri moduli disponibili per eBox:
Network: consente la configurazione delle opzioni di rete del server attraverso eBox.
Firewall: configura le opzioni del firewall per l’host eBox.
UsersandGroups: questo modulo consente di gestire gli utenti contenuti in una directory LDAP OpenLDAP.
DHCP: fornisce un’interfaccia per configurare un server DHCP.
DNS: fornisce le opzioni di configurazione per un server DNS BIND9.
Objects: consente la configurazione di eBox Network Objects, che consente l’assegnazione di assegnare un nome a un indirizzo IP o a un gruppo di indirizzi IP.
Services: visualizza informazioni di configurazione per i servizi disponibili nella rete.
Squid: opzioni di configurazione per il server proxy Squid.
CA: configura un’autorità di certificazione per il server.
NTP: imposta le opzioni per il protocollo Network Time Protocol.
Printers: consente la configurazione delle stampanti.
Samba: opzioni di configurazione di Samba.
OpenVPN: opzioni di impostazione per l’applicazione OpenVPN Virtual Private Network.
Per maggiori informazioni, consultare il sito web di eBox.
Articolo tratto dal sito http://help.ubuntu-it.org